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Karamanlìs, Kòstas.

Uomo politico greco. Conseguita la laurea in Legge, esercitò per qualche tempo la professione di avvocato e, nel 1935, fu eletto deputato al Parlamento per il Partito populista. Nominato ministro del Lavoro nel 1946, passò successivamente ai Trasporti, poi all'Assistenza sociale e infine alla Difesa. Nel 1951 abbandonò il Partito populista per entrare nel raggruppamento nazionalista-conservatore del maresciallo Papagos, il quale, nel 1952, gli affidò il ministero dei Lavori pubblici. Morto Papagos nel 1955, K. assunse la presidenza del Consiglio e fondò un proprio partito, l'Unione nazional-radicale (ERE), che raccolse l'eredità del raggruppamento nazional-conservatore. La nuova formazione si aggiudicò alle elezioni del 1956 la maggioranza assoluta. Negli anni seguenti K. non mancò di manifestare tendenze autoritarie, trovandosi a fronteggiare l'ascesa delle sinistre e la concorrenza dell'Unione di Centro di Papandreu. Rimase ininterrottamente a capo del Governo fino al 1963, anno in cui rassegnò le dimissioni, rinunciando alla presidenza dell'ERE. In seguito al colpo di Stato militare del 1967, K. lasciò il Paese per trasferirsi, in volontario esilio, a Parigi. Tornato in patria nel 1974, fu posto alla guida di un Governo di ispirazione occidentale. Riconfermato nel 1977, venne eletto presidente della Repubblica nel 1980, carica da cui K. si dimise nel 1985 in seguito a contrasti politici sorti con il primo ministro socialista Papandreu. Nel 1990 fu di nuovo eletto presidente della Repubblica, carica che mantenne fino al 1995 (Proti, Macedonia 1907 - Atene 1998).